Il Josh Festival nasce nel 2013 con l’intento di ricordare un nostro atleta del Valsugana Volley e ragazzo del quartiere, i cui genitori e sorella sono una presenza costante in palestra, operando attivamente per la Pallavolo Valsugana: Giosuè Zorzi (1993-2012).
Scrivere qualcosa su Giosuè è una cosa tremendamente facile e difficile allo stesso tempo: facile perché è sempre stato un ragazzo a cui piaceva ridere in compagnia e con i soli aneddoti da spogliatoio ci si potrebbe scrivere un libro; difficile perché non basterebbe alcuno spazio per descriverlo in modo completo.
Quando si dice Giosuè, o meglio Josh, si dice soprattutto “casino”. Casino per intendere soprattutto allegria e spensieratezza all’interno di un gruppo, la cosa più importante per Giosuè è la compagnia: casino con gli amici, non a caso il ritornello più in voga era “più semo mejo xe”… casino in spogliatoio perché era tradizione arrivare in palestra mezz’ora prima della partita per giocare a carte coi compagni di squadra (si sta parlando di sportivi professionisti, mica scherzi!)… casino a casa, anche se forse in realtà era molto più probabile trovarlo in giro, ma quando c’era, in qualsiasi posto, si sentiva… insomma, ci si è capiti.
Vedevi il cespuglio di ricci neri e già scattava il sorriso involontario. Per amor di cronaca reperti fotografici (che Josh non era particolarmente propenso a mostrare in giro) incredibilmente presentano uno stile più sobrio di capigliatura e decisamente meno underground fino alle medie. Scattava il sorriso involontario perché era chiaro che a quel punto sarebbe successo qualcosa di simpaticamente stupido e molto divertente. Forse nemmeno gli allenatori (in rigoroso ordine cronologico, un abbraccio ai poveri martiri di quel periodo Pal, Nino, Valeriano, Nicola) sono riusciti ad arginare troppo questo aspetto, con affetto parlando ovviamente, infatti i suoi genitori sono contenti che Josh sia riuscito a trovare persone che sono riuscite a prenderlo per il verso giusto ed apprezzarlo. Come non ricordare ad esempio le tante parodie in spogliatoio, oppure quando ad un ritiro, con il sottofondo musicale improponibile che solo lui sapeva apprezzare, si era inventato con gli amici una partita di pallavolo dentro la stanza (causa freddo e pioggia), o ancora le rampe viscide che ad un torneo diventarono un ottimo scivolo per fare surf improvvisato (e in modo imprevedibile)… L’inventiva c’era, avoja se c’era, sempre.
L’importanza del Josh Festival non è solo ricordare questo atleta, ma la bellezza di vedere la tanta gente che tiene a lui e riscoprire lo spirito di aggregazione tipico della sua vita: sport, divertimento, musica, casino, amici, persone che magari si conoscono in questa occasione.
Il momento principale e più sentito per ricordare Josh è sicuramente la sera della partita che chiama a raccolta tutti i compagni ed allenatori di Giosuè, chi ha vissuto l’esperienza di pallavolo e di vita con lui.
Non è l'unico: ogni anno ha qualche peculiarità, si sono viste partite miste tra genitori e figli, tornei ufficiali di varie categorie e in alcuni casi prestigiosi con squadre di livello nazionale (si pensi a Giannelli quando militava in U18 a Trento ed ha calcato i nostri campi), gare più o meno amichevoli delle vecchie glorie, competizioni di squadre giovanili miste (maschile e femminile), piccoli concerti. Nel 2016 il tutto si è unito alla grande festa con tanto di fuochi artificiali per il trentennale della società ASD Valsugana Volley.
Dalla terza edizione (2015) la manifestazione Josh Festival è affiancata, in un unico grande evento di più giorni, anche alla festa sociale di fine anno con tutte le relative attività ad essa legate (cena di fine anno e iniziative collaterali), organizzata in modo congiunto dalle società maschile Valsugana Volley e femminile Pallavolo Valsugana: un segnale importante di come ci sia unità di intenti verso il Josh Festival, di come ci sia uno spirito di condivisione, vicinanza e coinvolgimento di tutti.
Si respira la positività di Giosuè, si sente la sua presenza, sicuramente anche grazie a papà Michele, mamma Olesia e sorella Linda, un esempio di coraggio che è da traino per quando viene da sentirsi vittime: sicuramente il dolore rimane ed è un aspetto più intimo, però le cose non cambiano e la profonda riflessione è che l’importanza di un sorriso o di un gesto possono creare una spirale positiva di empatia tra persone, voglia di vivere e combattere, stare insieme, far star bene gli altri per stare bene noi stessi. E’ anche un modo di onorare la vita di Giosuè, portarlo con noi nella quotidianità. La donazione di alcuni organi lo fa vivere con alcune persone che apprezzano questo dono pur non conoscendolo, ma il suo spirito accompagna tutti noi.
Il Valsugana ha rappresentato una famiglia per Giosuè, così come per i suoi genitori. Questi ultimi hanno apprezzato l’ambiente e l’aggregazione (maschile e femminile) seguendo le partite e ora con passione come dirigenti: “venire in palestra è la batteria che ci fa andare avanti, all’inizio ci ha dato molta forza sentire la vicinanza e allo stesso tempo sentirci dire che le persone avevano bisogno di noi, è una vita parallela che non ci pesa affatto, ma è un di più nella nostra giornata”. Chi frequenta un poco la palestra non può far altro che confermare la presenza costante e quotidiana tra queste reti e questi palloni. E sa anche che la palestra non sono solo quattro mura e un tendone, ma amicizia, una seconda casa, per alcuni forse una pelle.
Il Josh Festival quindi è una bella occasione per riunirsi tutti, ancora una volta e sempre, in quella palestra dove Giosuè è entrato e uscito centinaia di volte. A volte entrare in palestra e vedere un gruppo, per chi lo ha conosciuto bene, dà la sensazione di poterlo ancora scorgere con la coda nell’occhio, magari mentre sta facendo una risata o si sta impegnando in qualche azione di gioco. E tutti noi abbiamo deciso di entrarci una volta in più pensando a lui, per sentirlo in questa occasione ancora un po’ più vicino del solito.
La Fipav Padova dedica ufficialmente il campionato Under 13 a Giosuè Zorzi, al quale è stata inoltre intitolata anche la tensostruttura Don Minzoni.